Da tanto tempo medito di scrivere un articolo al vetriolo e oggi ho deciso di buttare giù qualche parola.
Quando ho iniziato a fare gavetta nel mondo editoriale l’ho fatto con umiltà e voglia di imparare. Pian piano mi sono ritagliata un posto mio, piccolo ma non mi sono scoraggiata.
Ho ricevuto, insieme a Gianluca, le prime e-mail con gioia e voglia di fare.
Ho risposto a tutti con onestà, chiarezza e finora ho ricevuto gratificazioni soprattutto professionali e umane, poco legate al guadagno. In poche parole, non ci campo mica con quel che prendo come editor.
Tra tutte le richieste, la maggior parte erano (e continuano ad essere) di persone curiose e che volevano maggiori chiarimenti su tariffe, tipologia di manoscritti, metodo di lavoro, editori con cui siamo in contatto.
Ripeto, io e Gianluca siamo disponibili sempre e inviamo la risposta in tempi di solito celeri (i ritardi possono capitare a tutti).
Arrivo al punto. Che costa rispondere con un semplicissimo “Grazie”? Oppure con un “Scusate, ho cambiato idea”?
Per non parlare di chi, dopo aver ricevuto il lavoro, non ti versa il saldo!
Sono sempre di più quelli che si comportano così.
Non so se la prossima volta, in casi del genere, lascerò perdere come faccio di solito, o se manderò degli improperi: la misura è colma.
Mary